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Cava Monte Vernone

PIANO DI RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE E PAESAGGISTICA,
RIDETERMINAZIONE DELL’AREA DI AMPLIAMENTO DELLA COLTIVAZIONE
MINERARIA ED IPOTESI DI RIUSO E VALORIZZAZIONE SOCIO-CULTURALE
DELLA LOCALITÁ MONTE VERNONE NEL TERRITORIO DI CARPINO (FG)

CITTÀ: Carpino, Italia
COMMITTENTE: Basanisi SRL
DESTINAZIONE D’USO: Piano di Riqualificazione ambientale e paesaggistica, rideterminazione dell’area di ampliamento della coltivazione mineraria ed ipotesi di riuso e valorizzazione socio-culturale della località Monte Vernone nel territorio di Carpino (FG)
ANNO: 2019

PROGETTISTA
arch. Cesare Corfone |
dottore di ricerca in architettura e urbanistica

COLLABORATORI
arch. Marco Vincenzo Manduzio
arch. Angela Pia Russo
arch. Raffaele Vitale
arch. Bianca Santoli
geom. Alessandra Malerba
Simone Pio Scarano

CONSULENTI
arch. Roberta de Iulio
geom. Antonio Santoli
arch. Giuseppe Palmieri
ing. Giandomenico Palmieri

MORFOLOGIA PROGETTUALE “LANDSCAPE SENSITIVE”

Il presente Piano di Riqualificazione di Cava Monte Vernone a Carpino, come richiesto, ha prodotto la rideterminazione dell’area di ampliamento delle coltivazione mineraria, nonché l’ipotesi di riuso sostenibile e valorizzazione socio-culturale del sedime della cava, adottando i principi del LANDSCAPE SENSITIVE DESIGN. Una particolare attenzione progettuale è stata riposta infatti alle caratteristiche fisiche, visuali, e storico-culturali
e percettive del paesaggio di contesto, che hanno assunto un ruolo determinante di progetto, sovraordinato all’opera industriale di coltivazione mineraria, i quali generalmente rischiano di banalizzarsi in un concentrato di regole e tecnicismi ingegneristici, produttivi, geotecnici, economici, geologici, etc. Il Landscape Sensitive Design può essere definito come la concezione di segni, disegni e significati che assecondano la morfologia del terreno, il paesaggio culturale, il paesaggio naturalistico, il paesaggio architettonico, combinandosi in un’interpretazione unitaria complessiva. Il contesto fisico ed ambientale della cava ha assunto un valore attivo, che è andato oltre il valore conoscitivo ed analitico, comunque necessario alla legittimazione delle definizioni tecniche e progettuali.

Il presente piano di riqualificazione si orienta verso una visione progettuale olistica ed a lungo termine, in cui si generare un disegno per i diversi connotati del progetto paesaggistico, per dirla con Pierre Donadieu, gestendo la mediazione tra il diversificato interesse naturalistico-ecologico, storico-geografico, estetico-percettivo, socio-economico, antropologico-culturale, etico-filosofico, urbanistico-architettonico

I principali principi del LSD hanno guidato la redazione del presente piano sono:
– adottare un approccio multidisciplinare al progetto;
– progettare in modalità transcalare;
– considerare il paesaggio come realtà vivente dinamica ed in continua evoluzione;
– stabilire relazioni progettuali di senso con i significati storici e contemporanei locali;
– assumere la sostenibilità ecologica come criterio guida della trasformazione;
– impostare programmi funzionali che favoriscono la varietà e la multifunzionalità degli usi del suolo;
– assumere i valori e le percezioni sociali come fattori di impostazione del progetto;
– interpretare le reti della storia e della natura come matrici del progetto.

L’orientamento progettuale del presente progetto di ampliamento e contestuale piano di riqualificazione, sensibile alle istanze di carattere ambientale, economiche paesaggistiche, ha guidato il percorso del “disegno della cava”, concependola come un segno che dialoga con la reale morfologia del terreno, in cui il paesaggio culturale ed il paesaggio naturale-geologico si combinano in una interpretazione unitaria complessiva e trasversale.

Il paesaggio locale ed il paesaggio di contesto sono estremamente e variegati in culture, colori, colture, odori, musiche, sapori, panorami straordinari verso le lagune di Lesina e Varano, sono solo alcune delle meraviglie offerte ai margini del Monte Vernone, territorio indissolubile al Comune di Carpino, in un’area a metà tra le vette del Parco Nazionale, la costa balneare di Rodi Garganico e Lido del Sole e le sponde orientali del lago di Varano. La tradizione agricola permette tuttora di legare il nome di questa terra agli uliveti e alle fave e una tradizione culturale e musicale straordinaria, al Carpino Folk Festival, manifestazione estiva ormai nota ad un pubblico intercontinentale. Ancora, il profondo legame tra attività agricole e cultura locale, la presenza diffusa nel territorio di allevamenti zootecnici, la buona presenza di popolazione impegnata in agricoltura, le presenza di grandi superfici coltivate secondo con i dettami dell’agricoltura biologica.

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SPIRALE CRONOLOGICA DEL PIANO DI RIQUALIFICAZIONE

Il presente piano di riqualificazione intende ricucire e reintegrare nel suo straordinario contesto, un brano di paesaggio (lacerato dalla violenta mano antropica mineraria) localizzato a circa 7 km dal centro storico abitato, mediante l’innesto di strategie di produzione industriale e mineraria che lavorino in continuità, rispetto e consapevolezza costante dell’ambiente che lo accoglie da decenni. Il piano di riqualificazione non è un progetto, bensì un processo progettuale e produttivo di durata ventennale, che consentirà il proseguimento delle attuali attività minerarie contestualmente al ripristino integrale ed alla ricucitura ambientale del sedime di cava.

Il piano presentato è una GRANDE OPERA COLLETTIVA DI LAND(SCAPE)ART, la cui realizzazione non si potrà mai dire conclusa, ma sempre in evoluzione, che avrà comunque accompagnato cronologicamente, secondo un modello simultaneo a spirale, tutte le fasi di coltivazione del giacimento, nonché lo sviluppo ambientale ed economico postumo allo sfruttamento minerario.

L’attuazione del progetto di riqualificazione paesaggistica e recupero ambientale dell’area di cava in oggetto, non puo prescindere dall’opera di coltivazione della stessa. Questo per molteplici ragioni, prima tra tutte la necessità di un iter sostenibile di ricucitura ambientale che non puo avvenire in tempi rapidi poiché necessita di numerosi cicli stagionali, favorita da oculati indirizzi progettuali di carattere naturalistico, affinché la vegetazione e la biodiversità riprenda possanza in se e possesso dei luoghi.

L’autorità competente in materia di estrazione mineraria impone la coltivazione della Cava Monte Vernone mediante sezione a gradoni, e così il presente progetto in continuità col progresso excursus progettuale mantiene l’ipotesi dei quattro diversi gradoni (o banchi) da completarsi nel corso di vent’anni. Ogni gradone si compone di una strada e di un fronte che nel recupero diventano promenade e greenslope. La strada è a servizio della mobilità degli automezzi che si muovono lungo tutto il fronte e serve per trasportare la materia prima da un lato all’altro della cava; ogni banco avrà la propria strada che si connetterà con i due percorsi principali sui lati della cava, in modo da consentire sempre una circolazione continua di persone e materiali. Il fronte di cava è il luogo della coltivazione, ed è la barriera fisico-percettiva più impattante che si spinge sempre più verso l’interno della montagna: si stima uno spostamento del fronte principale odierno di circa 40m verso la montagna.

Il progetto di ripristino ambientale, non vuole forzare o de-costruire su carta la realtà in cui opera, bensì adeguare le abitudini consolidate nel luogo verso un’azione produttiva orientata alla qualità paesaggistica, percettiva, ambientale ed ecologica. La seguente immagine descrive concettualmente il tentativo metodologico progettuale che si concentra sul comprendere le abitudini quotidiane degli utenti del luogo allo scopo di darne valore progettuale, migliorando il potenziale di successo del progetto.

La coltivazione della cava partirà dal banco più alto per poi modellare i due sottostanti fino ad arrivare all’ultimo, il più prossimo alla quota del piazzale. Le prime zone a poter essere ripristinate sono i fronti laterali, prima quello a nord e poi quello a sud, poiché non sono oggetto di coltivazione. Intanto si darà corso alla coltivazione del primo banco, conclusa la quale, si scenderà a quello sottostante con la costruzione di un nuovo sentiero carrabile più in basso. Dunque il primo banco puo iniziare la sua trasformazione in promenade e greenslope, e così via, conclusa una coltivazione seguiranno azioni di ripristino ambientale.

Il progetto propone una modalità attraverso la quale man mano che si cava si compensa, compensazione che si attua in termini di superficie che viene qualificata dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Così la cava diventa generatore di recupero, restituendo alla natura la superficie sottratta dalle attività estrattive in corso.

Coltivazione e compensazione diventano attività parallele e contemporanee, anche se non necessariamente contestuali, rispondendo ai criteri di recupero ambientale richiamati dalle NTA del Piano regionale delle attività estrattive (artt. 11 e 12). La riappropriazione paesaggistica del territorio verrà svolta per tutti i quattro gradoni e durerà circa venti anni, alla fine dei quali l’ultimo spazio ad essere dismesso sarà il piazzale. Le strutture presenti saranno riabilitate ad un nuovo utilizzo non più legato alle attività minerarie, bensì ad attività ludiche e ricreative con caratteri ambientali, naturalistici e didattici.

La riqualificazione del bacino di scavo, o sedime di cava, consentirà di ricucire lo strappo prodotto dall’azione antropica all’interno del tessuto naturale, ripristinandola fisionomia storicamente compromessa dai disboscamenti e dalla pressione esercitata dal pascolo abusivo e dagli incendi che hanno alterato il mosaico ambientale ben prima del periodo di coltivazione della cava, tale ripristino non sarà la mera ricostruzione com’era-dov’era, bensì una nuova figura paesaggistica ricca in bio-diverità ed in valore culturale.

Si può ben immaginare che le strategie di rinverdimento e bonifica dei luoghi cambieranno l’immagine della cava nel tempo, così che la vegetazione possa crescere proporzionalmente al decrescere della coltivazione litica, dando modo alla flora e alla fauna di rivivificare questo luogo naturalmente. L’area di cava non verrà più percepita come una criticità ambientale ma come un’oasi di biodiversità modellata nel tessuto geologico che potrà essere a servizio del territorio e dell’ambiente tanto antropico quanto fauno-floristico.

In quest’ottica viene rigenerato l’ecosistema agricolo e foraggero, fondamentale per il mantenimento della diversità ecologica. Le aree montane limitrofe alla cava, a prevalente indirizzo forestale e naturalistico, che svolgono un’importante funzione naturalistica ed estetico-percettiva verranno tutelate e valorizzate.

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UN METAFORICO INCROCIO DI MANI

Sin dal secondo dopo guerra, la montagna di Monte Vernone è oggetto di un lento processo di antropizzazione di carattere produttivo, legato allo sfruttamento della risorsa mineraria del monte, il quale – se da un verso ha offerto per decenni a numerose famiglie locali una risorse economiche ed identità produttive – dall’altro ha deturpato la straordinaria risorsa estetico-percettiva e depauperato la risorsa naturalistico-ecologica, mediante una lenta, rudimentale, faticosa e primigenia attività della coltivazione mineraria.

La sfida di cui si fa carico il progetto, è senz’altro quella di immaginare una proficua riconciliazione dell’ambiente naturale (il versante collinare di Monte Vernone) con l’attività produttiva mineraria.

Il pensiero metaforico che è scaturito attraverso la conoscenza del luogo è quello della devastante mano mineraria dell’uomo sul luogo originario. L’ologramma progettuale che si è generato è quella di una elegante, potente ed organica mano di donna, che accarezza nuovamente la crosta ferita della montagna, per agevolarne la rimarginazione. Mani che si incrociano a palmi rivolti verso l’alto per proporre un dialogo tra le parti di territorio da ricucire con la forza e la grazia delle mani di uomo e di donna. Le mani maschili simboleggiano il paesaggio antropico della cava che si incrociano con le mani femminili che favorisce il paesaggio naturale, vegetazionale, faunistico, affinché torni ad occupare il proprio spazio vitale in quell’area di Gargano. La composizione stilistica ed il design paesaggistico del recupero ambientale disegnano, con forme materie ed essenze, quattro mani incrociate, che formano una conca nella montagna, aperte verso l’alto ad accogliere grande biodiversità floristica e faunistica. L’uso di vegetazione multi-forme e pluricromatica renderà leggibile la metafora architettonica, una estesa opera di land art collettiva.

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CONNOTATI STRATEGICI DEL PIANO

La coltivazione delle cave di calcare crea evidenti effetti sul paesaggio, sulla geomorfologia e sul suolo, sul reticolo idrografico, sulla vegetazione e sulla fauna. In particolare, riguardo al paesaggio, le cavità interrompono la continuità visiva, sia cromatica che morfologica, tanto da apparire come ferite aperte nei versanti collinari.
Gli impatti notevoli legati all’attività estrattiva e, soprattutto, alla degradazione degli ecosistemi, determinano un impoverimento degli stessi su scala locale, dovuto alla frammentazione e perdita di intere popolazioni di specie vegetali e animali.

Tuttavia, le cave, a fine esercizio, presentano una grande potenzialità di ricolonizzazione per le specie che si sono rarefatte. Nelle cave dismesse, infatti, il ripristino di habitat naturali idonei per la flora e la fauna locali quali boschi, prati e zone umide consentirebbe di aumentare e riqualificare, in toto o in parte, le qualità intrinseche del paesaggio e degli ambienti locali compromessi dalle attività estrattive; inoltre, permetterebbe d’incrementare i livelli di biodiversità floristica e faunistica, anche permettendo la diffusione assistita di specie selvatiche rare e/o protette.

Importanti indicazioni si possono ricavare dal PPTR PUGLIA che, oltre ad operare una completa ricognizione dei valori patrimoniali del territorio pugliese sottoposti alle norme di salvaguardia, traduce questi stessi valori in indicazioni progettuali di valorizzazione e riqualificazione del paesaggio attraverso lo Scenario strategico.
Lo Scenario, dunque, supera la dimensione vincolistica e fornisce l’insieme delle strategie da attivare per elevare la qualità paesaggistica e ambientale del territorio regionale, contrastare il degrado, favorire la conoscenza e la fruizione degli elementi patrimoniali. Per l’attuazione degli assetti territoriali desiderabili, lo Scenario enuncia una serie di obiettivi generali e specifici di qualità paesaggistica, da conseguire attraverso cinque progetti territoriali per i quali la riqualificazione delle cave puo assumere una funzione strategica. Queste, in particolare, si offrono quali spazi entro cui sperimentare alla scala locale le indicazioni relative alla implementazione della rete ecologica regionale, fornendo, attraverso la rinaturalizzazione dei bacini dismessi, la creazione di nuovi elementi di connessione tra gli habitat naturali preesistenti esterni all’area estrattiva (es. core areas, stepping stones, corridoi ecologici), che possono assumere un ruolo fondamentale per la connettività delle popolazioni animali e vegetali.

Sempre a livello di pianificazione strategica, inoltre, i bacini estrattivi dismessi si offrono quale campo di sperimentazione del Patto citta-campagna, attraverso la realizzazione di parchi agro-ambientali improntati all’agricoltura multifunzionale che produce valorizzazione dell’edilizia rurale diffusa, che in questo contesto territoriale ha una sua connotazione ben specifica che rimanda al paesaggio storico della transumanza.

Trasversalmente, dunque, la riqualificazione delle cave concorre a diversi degli Obiettivi generali di qualità paesaggistica invocati dal Piano Paesaggistico Territoriale Regionale della Regione Puglia, di cui, a titolo esemplificativo, si richiama l’OBIETTIVO 11:
“Garantire la qualita territoriale e paesaggistica nella riqualificazione, riuso e nuova realizzazione delle attivita produttive e delle infrastrutture”.
L’area di Monte Vernone rientra nel perimetro del Parco Nazionale del Gargano e potrebbe costituire un’insula ecologica tra ulteriori importanti aree a valenza ambientale, quali:
– la Riserva Naturale Boschi di Carpino e Ischitella;
– il SIC IT9110001 – Isola e Lago di Varano;
– la ZPS IT9110039 – Promontorio del Gargano;
– la Zona Speciale di Conservazione IT911030 Bosco Quarto – Monte Spigno.

Pertanto, la riqualificazione ambientale e paesaggistica della cava, puo assumere la preziosa funzione di stepping stone (aree puntiformi o frammentate che possono essere importanti per sostenere specie di passaggio, ad esempio fornendo punti di appoggio durante la migrazione di avifauna)

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OBIETTIVI PRIMARI ED AZIONI OPERATIVE

Partendo dagli obiettivi di qualità paesaggistica delineati dal PPTR, una delle tracce che il progetto di riqualificazione della cava intende perseguire è quella di proporre una RICUCITURA CON IL PAESAGGIO CIRCOSTANTE, concorrendo nello stesso tempo all’attuazione di almeno tre dei cinque progetti territoriali indicati dallo Scenario strategico, coniugando le istanze di carattere ambientale con quelle della pianificazione strategica. Se, infatti, la rinaturalizzazione risponde alle esigenze di conservazione della biodiversità, e quindi all’attuazione della “Rete ecologica regionale”, con la riqualificazione della cava in chiave polifunzionale assumono rilevanza anche azioni legate agli aspetti fruitivi-ricreativi e di mobilità dolce, concorrendo all’attuazione della “Rete delle infrastrutture per la mobilità lenta nei paesaggi di terra e di mare”.
Non ultimo, il miglioramento del mosaico agro-ambientale, attraverso il recupero di segni ed elementi riconducibili alle invarianti della figura territoriale di riferimento, si configura a scala locale quale campo applicativo del “Patto Città-campagna” che prevede la concorrenza di obiettivi non solo di natura ambientale, quale ad esempio “Riqualificare e valorizzare i paesaggi rurali storici”.

Il sistema unitario di proposte progettuali elaborate all’interno del presente piano di riqualificazione paesaggistica e recupero ambientale, nonché ipotesi di riuso e valorizzazione socio-culturale, puo essere suddiviso in diversi OBIETTIVI PRIMARI DI RIQUALIFICAZIONE, all’interno dei quali si inscrivono diverse azioni operative specifiche, tese alla trasformazione della cava mineraria in UN VERO E PROPRIO GIARDINO NATURALISTICO ATTREZZATO, interno al Parco Nazionale del Gargano: GIARDINO MONTE VERNONE.

Gli obiettivi primari del piano, ai quali poi fanno seguito mirate azioni operative:
1 – ATTUARE UNA RINATURALIZZAZIONE VEGETALE DIVERSIFICATA E DUREVOLE 2 – ATTUARE UNA GESTIONE SOSTENIBILE DELLE ACQUE METEORICHE
3 – MIGLIORARE L’ACCESSIBILITÀ AL PARCO E FAVORIRNE LA MOBILITÀ LENTA
4 – PREDISPORRE LA RIGENERAZIONE DEI CORPI EDILIZI E MECCANICI
5 – FAVORIRE IL RICHIAMO FAUNISTICO STABILE E TRANSITORIO
6 – FAVORIRE LA VALORIZZAZIONE SOCIO-CULTURALE DI MONTE VERNONE

Si riportano sinteticamente le diversificate AZIONI OPERATIVE finalizzate al raggiungimento degli obiettivi.

1 – ATTUARE UNA RINATURALIZZAZIONE VEGETALE DIVERSIFICATA E DUREVOLE
Gli interventi, le azioni e le strategie operative legate a questo obiettivo sono:
– forestazione della piana di cava con riproduzione del mosaico-agro forestale;
– rinverdimento della piana di cava con realizzazione di prati stabili;
– inerbimento delle due pareti laterali sud-ovest e nord-est;
– forestazione del fronte di scavo sud-est mediante greenslopes e promenades;

2 – ATTUARE UNA GESTIONE SOSTENIBILE DELLE ACQUE METEORICHE
Gli interventi, le azioni e le strategie operative legate a questo obiettivo sono:
– realizzazione di canali verdi per il deflusso meteorico lento;
– realizzazione di piccoli rain-gardens lungo le promenades;
– trasformazione del fosso di guardia in bacino di detenzione e purificazione delle acque;
– realizzazione di cutini come cellule di bio-ritenzione;
– costruzione di una piccola stazione elettro-meccanica di sollevamento idrico;
– trasformazione le vasche e le fosse esistenti in bacini di riserva meteorica;

3 – MIGLIORARE L’ACCESSIBILITA AL PARCO E FAVORIRNE LA MOBILITA LENTA
Gli interventi, le azioni e le strategie operative legate a questo obiettivo sono:
– predisposizione di area parcheggio esterna all’area di sedime;
– realizzazione di sentieristica orizzontale e verticale (pedonale, ciclabile e ippica);
– consolidamento anti-dilavamento dei fronti con palizzate lignee e bio-stuoie;
– realizzazione di isola ecologica unificata e accessibile;

4 – PREDISPORRE LA RIGENERAZIONE DEI CORPI EDILIZI E MECCANICI
Gli interventi, le azioni e le strategie operative legate a questo obiettivo sono:
– demolizione corpi edilizi squalificanti e abusivi;
– ristrutturazione di edifici agibili, legittimi e di possibile utilità futura;
– valorizzazione di elementi meccanici identitari del paesaggio industriale e minerario;

5 – FAVORIRE IL RICHIAMO FAUNISTICO STABILE E TRANSITORIO
Gli interventi, le azioni e le strategie operative legate a questo obiettivo sono:
– realizzazione di cutini e muretti a secco per fornire rifugio a specie faunistiche;
– realizzazione di anfratti o cavità nella roccia;
– realizzazione di ripiani di varie misure protette superiormente;
– piantumazione di fiori attraenti per gli impollinatori;

6 – FAVORIRE LA VALORIZZAZIONE SOCIO-CULTURALE DI MONTE VERNONE
Gli interventi, le azioni e le strategie operative legate a questo obiettivo sono:
– valorizzazione di elementi qualificanti il paesaggio rurale;
– attuare aree per birdwatching e plantwatching;
– predisposizione aree per attrezzature sportive;
– predisposizione aree per eventi culturali, ludici e ricreativi;

Gli interventi, le azioni e le strategie operative che mirano a raggiungere gli obiettivi primari del piano, possono essere interpretate, nel loro insieme, quali bio-infrastrutture, ovvero categorie progettuali il cui obiettivo è la risposta integrata ad esigenze di gestione paesaggistico-territoriale, attraverso l’introduzione di
processi socio-naturalistici virtuosi che in futuro porterebbero Monte Vernone e la sua storica cava di inerti ad essere un luogo naturalistico ed identitario di interesse sovra-locale, dalle seguenti caratteristiche:
“SANO” – un basso livello di contaminazione di suolo ed acqua e aria;
“LEGGERO” – una ridotta impronta ecologica sul contesto di riferimento;
“FLORIDO” – un grande contenuto di naturalità e biodiversità;
“PREZIOSO” – un alto livello di tutela del patrimonio simbolico e culturale

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ABSTRACTRELAZIONE FULL PAPERTAVOLE